Ciondolo Occhio di Santa Lucia

Ciondolo in oro 750 (18KT) detto Occhio di Santa Lucia.
Altro non è che l'opercolo , ovvero la chiusura, la porta, di un mollusco, anzi due: Astrea Rugosa e Bolma Rugosa. 

La parte bianca con la spirale, è il lato che sta a contatto con il mollusco. In alcune regioni, il ciondolo espone la parte bianca e liscia, in Sardegna invece, questa si trova nella parte non visibile ed esponiamo l'area rosa/arancio/bianca con le sue sfumature.

Quando l'invertebrato muore, svuotando la conchiglia, l'opercolo viene trascinato dalle correnti del mare, fino alla riva, dove viene ritrovato da passanti o pescatori.
Oggi molto meno frequente rispetto a 20 anni fa, per via dell'inquinamento e, nel caso del Poetto, per via del ripascimento della spiaggia.

Simbolo di conoscenza e saggezza, è un portafortuna che protegge dal malocchio e secondo la credenza, preserva la vista.
In Sardegna poteva essere utilizzato per proteggere le partorienti; oppure donato dalla nonna o dalla madrina al nuovo nato, per il suo battesimo. Amuleto da non prestare, non vendere, non cedere, ma adibito solo ed esclusivamente a protezione personale.

Presumibilmente associato a Santa Lucia per la sua forma, che ricorda un occhio. La leggenda vuole che la Santa per salvare la madre da una malattia degl'occhi, pregò incessantemente fino a vedere il miracolo esaudito e come contraccambio, si strappò gl'occhi, li gettò in mare e si consacrò alla Beata Vergine.

L'occhio di Santa Lucia è conosciuto anche come:
- Sa perda e s'ogu (Sardegna)
- Sa perda de s'okru (Sardegna)
- Pinnadeddu (Sardegna)
- S'aneddu de sa meigagna (Sardegna)
- Occhio di Shiva (India)
- Occhio di Naxos (Grecia)
- Occhio di Gatto (Australia e Nuova Zelanda)
- Moneta di Sirena (Sud Africa)